Intorno alle 11 della stessa sera si recò nel luogo prestabilito,
parcheggiò e rimase in attesa. Di lì a poco iniziarono a vedersi dal
fondo della strada alcune sagome. Passarono sotto un lampione che
emanava una luce tremolante poco prima di fulminarsi. Riuscì a vederli:
erano quattro ragazzi, avranno avuto al massimo 25 anni, abiti larghi,
sporchi e logori. Ce ne era uno, il più bassino che sembrava fosse il
capo clan: pelle olivastra, pizzetto, un cappellino con visiera portato
di lato, pantaloni scalati, una catena a mo' di cintura. Si fecero
avanti, superarono l' Hummer e si fermarono. Da un vicolo laterale stava
giungendo un altro clan, questi erano di più, saranno stati una decina,
stesse espressioni minacciose. L'uomo, ancora nell'auto, evidentemente
non era stato notato, e aveva capito che sarebbe stato meglio per lui
che quelli continuassero a ignorarlo. I due capo clan si avvicinarono,
dissero qualcosa che Richard non riuscì a capire a causa della
lontananza. Rimase nel buio attendendo lo scontro. Dopo attimi di
incertezza notò che i due gruppi si stavano avvicinando alla sua auto.
Cercò di nascondersi dietro il volante. Il leader bassino a quel punto
avvicinò la mano ai calzoni e lentamente estrasse qualcosa: una pistola
calibro 22. Spaventato, Richard accese il motore e pigiò con tutta la
forza l'accelleratore....
Carlo Bisecco
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