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venerdì 21 giugno 2013

Quel viaggio maledetto

Questo sarà un viaggio tranquillo, o almeno spero.
ho passato dieci ore in macchina, dieci ore cullato dall'aria condizionata, senza trovare traffico.
Adoro la città, adoro questo stato, adoro loro cultura. Il Texas. Un posto magnifico, dove poter girare con l'Hummer senza aver paura di bloccarsi dentro vicoli stretti, dove la gente é cordiale ed amabile....
-No!
Tuonò Richard, guardando Jack, il suo Bagle, mentre stracciava la carta.
- La loro cultura? Sono una massa di Cowboy razzisti, scortesi e vanno in giro armati!
Era stressato. Doveva scrivere l'ultimo articolo della sua carriera su quella rivista, "scoop night" per poter passar finalmente al giornale nazionale, ma non aveva proprio idee. Quindi, tequila in una mano, e telefono nell'altra, iniziò a comporre un numero. Nel mentre, si guardò allo specchio. Quarant'anni portati malissimo, rughe scavate, occhi marroni anonimi e capelli neri, pochi e corti, tutto accompagnato da 195 centimetri di altezza per cento chili, la maggior parte causati dalle bevute notturne.
- Pronto? Jerry? Sono Richard. Ascolta non voglio scrivere bene del Texas, che mi rappresenta? É un posto di merda, persino il cado che fa qui puzza di merda.
una voce rauca rispose in modo pacato.
-Richard, dobbiamo farlo. Anzi devi. Questa sera sulla 42esima di El Pas, ci sarà un combattimento quasi clandestino. Farai un reportage.
ed il telefono divenne muto, senza dare il tempo di chiedere il significato di quasi.

Marcello Mariano

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