Pagine

lunedì 9 settembre 2013

Un altro lato di noi che non conosciamo.

Al giorno d’oggi, tutti, me compreso, crediamo di conoscere le persone che ci sono accanto fin nel loro più arcano abisso. Ma ne siamo sicuri? Prima di tutto, ci conosciamo noi stessi?
La risposta è NO. Non ci conosciamo mai abbastanza, vuoi perché continuiamo a cambiare, vuoi perché non ci soffermiamo mai ad osservare lo specchio della nostra anima.
Io non mi conosco, e questo è tutto ciò che so con sicurezza di me stesso.
Non so neanche come potrei definirmi, forse potrei dire di essere un ragazzo un po’ strano. Sì, strano è l’aggettivo giusto per descrivere una persona così confusa come me.
Quando mi guardo allo specchio, nello stesso momento, mi sento sia un bambino dal cuore forte, sia un adulto dall’anima fragile.
Sì avete capito bene, non mi sono confuso questa volta, un bambino dal cuore forte e un adulto dall’anima fragile.
Perché secondo me la determinazione che hanno i bambini, non ce l’ha nessuno. Quando vogliono una cosa non hanno paura di urlarlo al mondo; non si spaventano di fronte agli innumerevoli ostacoli della vita; hanno coraggio da vendere i bambini; la loro forza è smisurata, credono ed inseguono i loro sogni sino a quando non li raggiungono.
Quando si è bambini inoltre si crede che gli adulti siano forti, cavalieri senza macchia e senza paura. Poi crescendo si accorgono che non è affatto così, gli adulti sono fragili, oscillano al sottile vento di mare della sera come una foglia che da poco sorride al sole, si frantumano come un delicatissimo vetro di murano alla prima caduta.
Quando si cresce si cambia molto, si perde la determinazione di una volta, ci si indebolisce pensando al passato e cercando di scorgere il futuro.
Già da adolescenti si inizia a sentire un peso sulle spalle, un gusto amaro sulla lingua rendendosi conto del tempo che passa, ci si sente inadeguati.
Ecco, io spesso mi sento inadeguato. Mi sembra di non essere mai abbastanza, oppure ancora peggio mi sembra di essere troppo: troppo cresciuto, troppo responsabile, troppo cauto, troppo maturo.
Questi dovrebbero essere dei pregi, ma non lo sono affatto per un ragazzo, conseguenza di tutti quei miei troppi è il fatto che non vivo la mia vita, esisto, guardo estraneo lo scorrere della pellicola di un film diretto da un regista alle prime armi, un disastro.
Su un’altra cosa sono certo, e non mi sbaglio, quando si tratta di qualcosa di così infinito come il carattere umano non si può cambiare, probabilmente resterò sempre quello strano ragazzo di troppo, ma spero almeno di imparare a trasformare la mia esistenza in vita. E per ultima cosa, io non conosco gli altri e mai li conoscerò perché in primo luogo non conosco e non conoscerò mai abbastanza me stesso.

Nessun commento:

Posta un commento