Al giorno d’oggi, tutti, me compreso, crediamo di conoscere le
persone che ci sono accanto fin nel loro più arcano abisso. Ma ne siamo
sicuri? Prima di tutto, ci conosciamo noi stessi?
La risposta è NO.
Non ci conosciamo mai abbastanza, vuoi perché continuiamo a cambiare,
vuoi perché non ci soffermiamo mai ad osservare lo specchio della nostra
anima.
Io non mi conosco, e questo è tutto ciò che so con sicurezza di me stesso.
Non
so neanche come potrei definirmi, forse potrei dire di essere un
ragazzo un po’ strano. Sì, strano è l’aggettivo giusto per descrivere
una persona così confusa come me.
Quando mi guardo allo specchio, nello stesso momento, mi sento sia un bambino dal cuore forte, sia un adulto dall’anima fragile.
Sì avete capito bene, non mi sono confuso questa volta, un bambino dal cuore forte e un adulto dall’anima fragile.
Perché
secondo me la determinazione che hanno i bambini, non ce l’ha nessuno.
Quando vogliono una cosa non hanno paura di urlarlo al mondo; non si
spaventano di fronte agli innumerevoli ostacoli della vita; hanno
coraggio da vendere i bambini; la loro forza è smisurata, credono ed
inseguono i loro sogni sino a quando non li raggiungono.
Quando si
è bambini inoltre si crede che gli adulti siano forti, cavalieri senza
macchia e senza paura. Poi crescendo si accorgono che non è affatto
così, gli adulti sono fragili, oscillano al sottile vento di mare della
sera come una foglia che da poco sorride al sole, si frantumano come un
delicatissimo vetro di murano alla prima caduta.
Quando si cresce
si cambia molto, si perde la determinazione di una volta, ci si
indebolisce pensando al passato e cercando di scorgere il futuro.
Già
da adolescenti si inizia a sentire un peso sulle spalle, un gusto amaro
sulla lingua rendendosi conto del tempo che passa, ci si sente
inadeguati.
Ecco, io spesso mi sento inadeguato. Mi sembra di non
essere mai abbastanza, oppure ancora peggio mi sembra di essere troppo:
troppo cresciuto, troppo responsabile, troppo cauto, troppo maturo.
Questi dovrebbero essere dei pregi, ma non lo sono affatto per un ragazzo, conseguenza di tutti quei miei troppi è il fatto che non
vivo la mia vita, esisto, guardo estraneo lo scorrere della pellicola
di un film diretto da un regista alle prime armi, un disastro.
Su
un’altra cosa sono certo, e non mi sbaglio, quando si tratta di
qualcosa di così infinito come il carattere umano non si può cambiare,
probabilmente resterò sempre quello strano ragazzo di troppo, ma spero
almeno di imparare a trasformare la mia esistenza in vita. E per ultima
cosa, io non conosco gli altri e mai li conoscerò perché in primo luogo
non conosco e non conoscerò mai abbastanza me stesso.
Nessun commento:
Posta un commento